I luoghi da scoprire

Legati alla Battaglia di Pavia del 1525

Basiliche e chiese della città di Pavia, Castello Visconteo, Castello di Mirabello, Cascina Repentita, Certosa di Pavia e tutti i luoghi legati agli eventi del 24 febbraio 1525.

Dell’antica capitale longobarda e del Regno Italico, della città medievale, di quella viscontea e rinascimentale Pavia ha conservato le magnifiche chiese, le torri medievali, il castello Visconteo e numerosi altri edifici storici.
Qui di seguito sono segnalati i monumenti e i luoghi ancora oggi esistenti collegati all’assedio del 1524-25 e alla battaglia di Pavia.

Basilica di San Lanfranco

Di origine vallombrosana, fu eretta intorno al secondo decennio del XII secolo; è situata a ovest di Pavia, in prossimità della riva sinistra del Ticino. L’attuale facciata, molto restaurata, risale alla metà del XIII secolo; l’interno è a una sola navata con l’impianto a croce latina. L’abbazia ospitò Francesco I, Enrico d’Albret, re di Navarra e altri illustri personaggi all’inizio dell’assedio di Pavia nel 1524.

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Basilica di San Lanfranco

Di origine vallombrosana, fu eretta intorno al secondo decennio del XII secolo; è situata a ovest di Pavia, in prossimità della riva sinistra del Ticino. L’attuale facciata, molto restaurata, risale alla metà del XIII secolo; l’interno è a una sola navata con l’impianto a croce latina. L’abbazia ospitò Francesco I, Enrico d’Albret, re di Navarra e altri illustri personaggi all’inizio dell’assedio di Pavia nel 1524.

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Chiesa di San Salvatore

Di origine longobarda, la chiesa fu completamente ricostruita alla fine del XV secolo. Nell’abside di destra, sullo sfondo dell’affresco raffigurante San Martino che dona il mantello, è dipinta una veduta “a volo d’uccello” della Pavia agli inizi del XVI secolo. Affreschi importanti sono anche le “Storie di San Maiolo”, attribuite a Bernardino Lanzani, le “Storie di San Benedetto” e le “Storie di Sant’Antonio Abate”.

In questa zona, all’inizio dell’assedio, erano accampati i lanzichenecchi della Banda Nera al soldo di Francesco I.

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Chiesa di San Salvatore

Di origine longobarda, la chiesa fu completamente ricostruita alla fine del XV secolo. Nell’abside di destra, sullo sfondo dell’affresco raffigurante San Martino che dona il mantello, è dipinta una veduta “a volo d’uccello” della Pavia agli inizi del XVI secolo. Affreschi importanti sono anche le “Storie di San Maiolo”, attribuite a Bernardino Lanzani, le “Storie di San Benedetto” e le “Storie di Sant’Antonio Abate”.

In questa zona, all’inizio dell’assedio, erano accampati i lanzichenecchi della Banda Nera al soldo di Francesco I.

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Basilica di San Teodoro

Risale alla metà del XII secolo. In stile romanico, è interamente costruita in cotto. All’interno conserva notevoli esempi di pittura medievale e rinascimentale fra i quali due “Vedute di Pavia”, che costituiscono un importantissimo documento storico iconografico della città realizzati tra il 1522 e il 1523, quindi poco prima della battaglia del 1525. In origine eseguita su due versioni sovrapposte, la seconda veduta, più completa, è stata staccata e trasferita sulla parete di controfacciata, a sinistra dell’ingresso principale. I due affreschi rappresentano la città durante l’assedio posto dai francesi comandati da Odet de Foix, visconte di Lautrec, nel 1522.

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Basilica di San Teodoro

Risale alla metà del XII secolo. In stile romanico, è interamente costruita in cotto. All’interno conserva notevoli esempi di pittura medievale e rinascimentale fra i quali due “Vedute di Pavia”, che costituiscono un importantissimo documento storico iconografico della città realizzati tra il 1522 e il 1523, quindi poco prima della battaglia del 1525. In origine eseguita su due versioni sovrapposte, la seconda veduta, più completa, è stata staccata e trasferita sulla parete di controfacciata, a sinistra dell’ingresso principale. I due affreschi rappresentano la città durante l’assedio posto dai francesi comandati da Odet de Foix, visconte di Lautrec, nel 1522.

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Basilica di S. Pietro in Ciel d’Oro

Consacrata nel 1132, è un capolavoro dell’architettura romanica. La chiesa accolse le spoglie mortali di alcuni illustri personaggi sia imperiali che francesi. Oltre a Eitel Federico di Hohenzollern, il comandante dei lanzichenecchi che difendevano Pavia, morto durante l’assedio, vi furono infatti sepolti anche Richard de La Pole, duca di Suffolk e Francesco di Lorena, i due comandanti della Banda Nera al soldo francese, che trovarono la morte nella battaglia. Queste tombe sono scomparse. La chiesa conserva le spoglie di Sant’Agostino, di Severino Boezio e di re Liutprando.

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Basilica di S. Pietro in Ciel d’Oro

Consacrata nel 1132, è un capolavoro dell’architettura romanica. La chiesa accolse le spoglie mortali di alcuni illustri personaggi sia imperiali che francesi. Oltre a Eitel Federico di Hohenzollern, il comandante dei lanzichenecchi che difendevano Pavia, morto durante l’assedio, vi furono infatti sepolti anche Richard de La Pole, duca di Suffolk e Francesco di Lorena, i due comandanti della Banda Nera al soldo francese, che trovarono la morte nella battaglia. Queste tombe sono scomparse. La chiesa conserva le spoglie di Sant’Agostino, di Severino Boezio e di re Liutprando.

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Castello Visconteo

Fu fatto edificare da Galeazzo II Visconti in cinque anni, dal 1360 al 1365, dopo la conquista di Pavia. Attualmente è sede dei Musei Civici, comprendenti gallerie di quadri di varie epoche, sezioni archeologiche e un museo del Risorgimento. Al primo piano è allestita la “Sala della battaglia di Pavia” con l’esposizione di alcuni quadri e stampe e la proiezione su un grande schermo degli arazzi fiamminghi conservati nel museo di Capodimonte a Napoli.
Durante gli assedi del 1522 e del 1524-25 il Castello fu la sede del comando militare spagnolo. L’ala settentrionale e le due torri angolari furono distrutte nell’ottobre del 1527 dalle artiglierie francesi di Odet de Foix, visconte di Lautrec, che lasciò saccheggiare la città come vendetta della sconfitta subita da Francesco I nel 1525.

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Castello Visconteo

Fu fatto edificare da Galeazzo II Visconti in cinque anni, dal 1360 al 1365, dopo la conquista di Pavia. Attualmente è sede dei Musei Civici, comprendenti gallerie di quadri di varie epoche, sezioni archeologiche e un museo del Risorgimento. Al primo piano è allestita la “Sala della battaglia di Pavia” con l’esposizione di alcuni quadri e stampe e la proiezione su un grande schermo degli arazzi fiamminghi conservati nel museo di Capodimonte a Napoli.
Durante gli assedi del 1522 e del 1524-25 il Castello fu la sede del comando militare spagnolo. L’ala settentrionale e le due torri angolari furono distrutte nell’ottobre del 1527 dalle artiglierie francesi di Odet de Foix, visconte di Lautrec, che lasciò saccheggiare la città come vendetta della sconfitta subita da Francesco I nel 1525.

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Parco Visconteo

A nord del Castello Visconteo, partendo dalle mura di Pavia fino a lambire la Certosa, si estendeva il grande Parco Visconteo, teatro della battaglia del 24 febbraio 1525. Vero e proprio giardino delle delizie, la sua realizzazione era stata iniziata da Galeazzo II Visconti dopo la costruzione del Castello Visconteo e portata a termine verso la fine del secolo XIV dal figlio Gian Galeazzo. Circondato da un’ alta e spessa muraglia con un perimetro di circa 21 chilometri, era diviso nel Parco Vecchio e nel Parco Nuovo da un muro che correva dal Cantone delle Tre Miglia a Due Porte. Nella cinta muraria esterna e nel muro divisorio si aprivano in tutto dodici porte. Nel Parco, destinato soprattutto alle battute di caccia, vi vivevano nei tempi migliori cervi, daini, caprioli e altra abbondante selvaggina che trovava un rifugio ideale nei suoi boschi.

Il terreno del Parco era tagliato da alcuni corsi d’acqua, il più importante dei quali, la Vernavola, attraversava il Parco Vecchio per tutta la sua lunghezza per poi gettarsi in Ticino a valle della città. Quasi al centro del Parco Vecchio, sulla riva destra della Vernavola, si trovava il castello di Mirabello, in realtà un magnifico e imponente palazzo di caccia fortificato protetto da un fossato. Alcuni piccoli insediamenti, semplici cascine, erano sparsi nel Parco: Torre del Gallo, sul muro orientale del Parco Vecchio, Cantugno, Cornaiano, la cascina Repentita, la Pantaleona e altri ancora.

Partendo dalla Torretta, sulla via Vigentina, è possibile percorrere il Parco risalendo il corso d’acqua della Vernavola seguendo a piedi o in bicicletta la “greenway della battaglia” che porta fino a San Genesio passando da Mirabello.

Su un lato del sagrato della chiesa di S. Maria Assunta in Mirabello un obelisco, eretto nel 1983 su iniziativa di privati, ricorda la battaglia del 24 febbraio 1525.

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Parco Visconteo

A nord del Castello Visconteo, partendo dalle mura di Pavia fino a lambire la Certosa, si estendeva il grande Parco Visconteo, teatro della battaglia del 24 febbraio 1525. Vero e proprio giardino delle delizie, la sua realizzazione era stata iniziata da Galeazzo II Visconti dopo la costruzione del Castello Visconteo e portata a termine verso la fine del secolo XIV dal figlio Gian Galeazzo. Circondato da un’ alta e spessa muraglia con un perimetro di circa 21 chilometri, era diviso nel Parco Vecchio e nel Parco Nuovo da un muro che correva dal Cantone delle Tre Miglia a Due Porte. Nella cinta muraria esterna e nel muro divisorio si aprivano in tutto dodici porte. Nel Parco, destinato soprattutto alle battute di caccia, vi vivevano nei tempi migliori cervi, daini, caprioli e altra abbondante selvaggina che trovava un rifugio ideale nei suoi boschi.

Il terreno del Parco era tagliato da alcuni corsi d’acqua, il più importante dei quali, la Vernavola, attraversava il Parco Vecchio per tutta la sua lunghezza per poi gettarsi in Ticino a valle della città. Quasi al centro del Parco Vecchio, sulla riva destra della Vernavola, si trovava il castello di Mirabello, in realtà un magnifico e imponente palazzo di caccia fortificato protetto da un fossato. Alcuni piccoli insediamenti, semplici cascine, erano sparsi nel Parco: Torre del Gallo, sul muro orientale del Parco Vecchio, Cantugno, Cornaiano, la cascina Repentita, la Pantaleona e altri ancora.

Partendo dalla Torretta, sulla via Vigentina, è possibile percorrere il Parco risalendo il corso d’acqua della Vernavola seguendo a piedi o in bicicletta la “greenway della battaglia” che porta fino a San Genesio passando da Mirabello.

Su un lato del sagrato della chiesa di S. Maria Assunta in Mirabello un obelisco, eretto nel 1983 su iniziativa di privati, ricorda la battaglia del 24 febbraio 1525.

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Castello di Mirabello

Casa di caccia dei Visconti, poi di proprietà di Galeazzo Sanseverino agli inizi del XVI secolo. Si trova nell’antico Parco Visconteo, sulla riva destra della Vernavola.

Secondo gli studi più recenti, il toponimo Mirabello compare per la prima volta in un documento del 1223, anche se l’edificio originale risale molto probabilmente all’ultimo quarto del XIV secolo, quando Gian Galeazzo Visconti fece costruire un nuovo padiglione di caccia all’interno del Parco Vecchio, abbattendo il preesistente monastero di San Cristoforo. Nel 1384, il “castello” viene citato nei documenti in relazione ad una sua “reparatione” ma non abbiamo alcuna idea del suo aspetto originale. L’edificio attuale risale infatti all’epoca di Filippo Maria Visconti mentre il fossato che lo circondava venne dotato di tre ponti levatoi da Galeazzo Maria Sforza nel 1472. Galeazzo Sanseverino, genero di Ludovico il Moro, ottenne in concessione dal suocero il castello di Mirabello nel 1487, apportandovi modifiche sostanziali e facendo erigere nuovi corpi di fabbrica. Durante l’assedio di Pavia vi alloggiò per alcuni giorni Francesco I. Situato nelle retrovie dell’esercito francese che era accampato più a sud,verso Pavia, il castello fu occupato dall’avanguardia imperiale nelle fasi preliminari della battaglia del 24 febbraio 1525.

Al Castello, attualmente visitabile solo dall’esterno, si arriva, oltre che lungo la “greenway della battaglia”, anche in automobile, percorrendo per un tratto la strada statale Vigentina e quindi, superata la tangenziale nord di Pavia, proseguendo diritto fino alla rotonda di Monte Maino, dove si svolta a sinistra per Mirabello oppure percorrendo per tutta la sua lunghezza via Olevano e quindi proseguendo sempre diritto fino a Mirabello

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Castello di Mirabello

Casa di caccia dei Visconti, poi di proprietà di Galeazzo Sanseverino agli inizi del XVI secolo. Si trova nell’antico Parco Visconteo, sulla riva destra della Vernavola.

Secondo gli studi più recenti, il toponimo Mirabello compare per la prima volta in un documento del 1223, anche se l’edificio originale risale molto probabilmente all’ultimo quarto del XIV secolo, quando Gian Galeazzo Visconti fece costruire un nuovo padiglione di caccia all’interno del Parco Vecchio, abbattendo il preesistente monastero di San Cristoforo. Nel 1384, il “castello” viene citato nei documenti in relazione ad una sua “reparatione” ma non abbiamo alcuna idea del suo aspetto originale. L’edificio attuale risale infatti all’epoca di Filippo Maria Visconti mentre il fossato che lo circondava venne dotato di tre ponti levatoi da Galeazzo Maria Sforza nel 1472. Galeazzo Sanseverino, genero di Ludovico il Moro, ottenne in concessione dal suocero il castello di Mirabello nel 1487, apportandovi modifiche sostanziali e facendo erigere nuovi corpi di fabbrica. Durante l’assedio di Pavia vi alloggiò per alcuni giorni Francesco I. Situato nelle retrovie dell’esercito francese che era accampato più a sud,verso Pavia, il castello fu occupato dall’avanguardia imperiale nelle fasi preliminari della battaglia del 24 febbraio 1525.

Al Castello, attualmente visitabile solo dall’esterno, si arriva, oltre che lungo la “greenway della battaglia”, anche in automobile, percorrendo per un tratto la strada statale Vigentina e quindi, superata la tangenziale nord di Pavia, proseguendo diritto fino alla rotonda di Monte Maino, dove si svolta a sinistra per Mirabello oppure percorrendo per tutta la sua lunghezza via Olevano e quindi proseguendo sempre diritto fino a Mirabello

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Cascina Repentita

(proprietà privata)

Sul lato sinistro della strada che da San Genesio e da Mirabello porta sull’alzaia lungo il Naviglio e quindi sulla statale n.35 Milano – Pavia si trova la Cascina Repentita dove, secondo la tradizione, fu servita la Zuppa alla Pavese a Francesco I. Una iscrizione sul muro esterno ricorda la sconfitta e la cattura del Re di Francia avvenuta nelle campagne circostanti. La cascina è visitabile solo dall’esterno

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Cascina Repentita

(proprietà privata)

Sul lato sinistro della strada che da San Genesio e da Mirabello porta sull’alzaia lungo il Naviglio e quindi sulla statale n.35 Milano – Pavia si trova la Cascina Repentita dove, secondo la tradizione, fu servita la Zuppa alla Pavese a Francesco I. Una iscrizione sul muro esterno ricorda la sconfitta e la cattura del Re di Francia avvenuta nelle campagne circostanti. La cascina è visitabile solo dall’esterno

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S. Genesio e Due Porte

Abitato anticamente addossato al muro divisorio dei due Parchi. Sul margine del vecchio tratto della strada Vigentina che attraversava il paese si trova la pusterla dell’antica porta Pescarina che si apriva nel muro divisorio del Parco Vecchio con il Nuovo.

A San Genesio è ospitata presso la Ca’ de’ Passeri una piccola mostra dedicata alla battaglia di Pavia.

Come arrivare

Due Porte: Località nel comune di San Genesio, sulla strada Pavia-Lardirago. In questo punto gli imperiali praticarono una delle brecce nel muro orientale del Parco.

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S. Genesio e Due Porte

Abitato anticamente addossato al muro divisorio dei due Parchi. Sul margine del vecchio tratto della strada Vigentina che attraversava il paese si trova la pusterla dell’antica porta Pescarina che si apriva nel muro divisorio del Parco Vecchio con il Nuovo.

A San Genesio è ospitata presso la Ca’ de’ Passeri una piccola mostra dedicata alla battaglia di Pavia.

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Due Porte: Località nel comune di San Genesio, sulla strada Pavia-Lardirago. In questo punto gli imperiali praticarono una delle brecce nel muro orientale del Parco.

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Certosa di Pavia

Monastero santuario di Santa Maria delle Grazie. Fu edificato alla fine del XIV secolo da Gian Galeazzo Visconti , signore di Milano, e completato nel corso del 1400. Francesco I vi soggiornò con la sua corte per alcuni giorni prima di trasferirsi all’abbazia di S. Lanfranco, ad ovest di Pavia. Secondo quanto narra Francesco Taegio vi fu sepolto Galeazzo Sanseverino dopo la battaglia del 24 febbraio 1525.
Sul lato sinistro della statale n.35, provenendo da Milano per Pavia, si trova l’antica porta della Torre del Mangano, che, situata nell’angolo nord occidentale del Parco Visconteo, dava accesso al Parco Nuovo.

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Certosa di Pavia

Monastero santuario di Santa Maria delle Grazie. Fu edificato alla fine del XIV secolo da Gian Galeazzo Visconti , signore di Milano, e completato nel corso del 1400. Francesco I vi soggiornò con la sua corte per alcuni giorni prima di trasferirsi all’abbazia di S. Lanfranco, ad ovest di Pavia. Secondo quanto narra Francesco Taegio vi fu sepolto Galeazzo Sanseverino dopo la battaglia del 24 febbraio 1525.
Sul lato sinistro della statale n.35, provenendo da Milano per Pavia, si trova l’antica porta della Torre del Mangano, che, situata nell’angolo nord occidentale del Parco Visconteo, dava accesso al Parco Nuovo.

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